Raccogliendo un po'di articoli da "La provincia" abbiamo ricostruito la storia della Piazza delle Polemiche.
Ripercorri tutte le vicende sulla nuova Piazza Vittorio Emanuele II di Rivolta d'Adda, scegli la data e leggi gli articoli.
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Rivolta. Sondaggio promosso dai commercianti. I risultati consegnati all’assessore Carera
‘Parcheggi in piazza in estate’
di Gianluca Maestri RIVOLTA — Novanta schede a favore della concessione della facoltà di parcheggiare le auto nel periodo autunnale ed invernale ma non nel periodo estivo ed una decina a favore del divieto di sosta per tutto l’arco dell’anno. E' questo il risultato di un sondaggio che alcuni commercianti hanno fatto nei giorni scorsi a proposito dei posti auto in piazza Vittorio Emanuele II. Le schede sono state consegnate da un rappresentante degli esercenti all’assessore ai Lavori Pubblici Milo Francesco Carera nella mattinata di martedì, nel corso di un incontro dai toni cordiali avvenuto in municipio. Sembra quindi seppellita l’ascia di guerra, gli scontri che hanno segnato le settimane passate e che hanno coinvolto direttamente il primo cittadino. «Ci siamo permessi — spiegano i promotori dell’iniziativa — di fare questo sondaggio perché durante la riunione che abbiamo avuto con la giunta comunale nella serata di lunedì 10 ottobre era emersa questa possibilità. Così abbiamo collocato per una settimana, in un paio di bar del centro, delle schede, da inserire in apposite scatole, in cui chiedevamo ai clienti domande del tipo: cosa pensate della nuova piazza Vittorio Emanuele II?: parcheggi estetica ed isola pedonale. Ci ha risposto un centinaio di persone, clienti abituali e non degli esercizi commerciali, novanta delle quali si sono dichiarate a favore della possibilità di parcheggiare le auto nella piazza in inverno e di chiuderla alla sosta in estate. Una decina invece vorrebbe la piazza sempre vietata alla sosta. Abbiamo consegnato i risultati all’assessore Carera». Ora la palla passa all’amministrazione.
La piazza rifatta, il sindaco: ‘Nessuna guerra della pietra’
«La guerra delle pietre non ha senso». Con questa affermazione il sindaco Marta Mondonico torna sulla polemica circa la provenienza del materiale utilizzato per la nuova pavimentazione di piazza Vittorio Emanuele II che vede contrapposta l'Amministrazione comunale alla Lega Nord. Il Carroccio, nella persona del più che mai battagliero consigliere comunale di minoranza Romano Ogliari, da tempo contesta la provenienza cinese della diorite collocata al posto dell'asfalto, che sarebbe a suo avviso in contrasto con le prescrizioni della Soprintendenza ai Beni Culturali, che aveva indicato, per la nuova pavimentazione di piazza Vittorio Emanuele, l'utilizzo di materiali di origine locale. «La guerra delle pietre — precisa il sindaco chiudendo l'argomento — non ha ragione di esistere, a meno che non si voglia aprire in sede locale un dibattito sull'argomento dei dazi doganali, ma questa non mi sembra sia materia di pertinenza dei comuni». Contemporaneamente la Mondonico annuncia anche la conclusione dei lavori di riqualificazione di quello che è il cuore di Rivolta, iniziati lo scorso 26 aprile. «Gli operai — spiega — stanno completando le finiture e ripulendo le caditoie».
Rivolta d’Adda. L’assessore ai lavori pubblici coinvolto nella polemica per la riqualificazione della nuova piazza
«Carera deve dimettersi»
Mozione del centrodestra: «Ha nascosto informazioni»
di Gianluca Maestri RIVOLTA D’ADDA — La minoranza di centrodestra chiede le dimissioni dell'assessore ai Lavori pubblici Milo Francesco Carera, ritenuto colpevole di aver tenuto nascoste informazioni sulla provenienza e la tipologia del materiale posato in piazza Vittorio Emanuele II. A riguardo i cinque consiglieri comunali del ‘Gruppo per Rivolta’ Romano Ogliari (il ‘Pitbull’ del centrodestra continua a mordere), Cesare Banholzer Facchetti, Giancarlo Sabbia, Stefano Regazzoli ed il senatore di An Lamberto Grillotti, hanno presentato una mozione di sfiducia con richiesta di inserimento nell'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale. Nel documento la minoranza comincia riepilogando i fatti: tutto ha inizio con l'interrogazione con risposta scritta, datata fine giugno, in cui si chiedono chiarimenti sulla tipologia della nuova pavimentazione della piazza. La risposta di Carera viene giudicata generica ed insufficiente poiché tralascia, secondo il centrodestra, le notizie sulla provenienza del materiale. In municipio arriva così una seconda interrogazione, con la quale la minoranza a metà luglio integra la precedente richiesta. L'assessore risponde che la complessità dell'argomento trattato richiede un tempo congruo per essere evaso. A questo punto, visto che dall'Amministrazione Comunale non è ancora giunta una risposta, sebbene siano trascorsi novanta giorni quando la legge stabilisce in un mese il tempo massimo a disposizione degli Enti Locali per l'evasione delle richieste scritte, e tenuto conto di alcune dichiarazioni fatte da Carera agli organi di stampa secondo cui il materiale posato in piazza è a norma e la Soprintendenza sa che sono state utilizzate pietre di origine non italiana, la minoranza chiede le dimissioni dell'assessore, «Che ha volutamente nascosto — recita la mozione — informazioni da noi richieste».
Rivolta d’Adda. Alla giunta viene chiesto di riportare la sosta delle auto nella piazza Vittorio Emanule II
«Erano promesse da marinai»
Lettera aperta dei commercianti: aspettiamo da sette mesi
di Gianluca Maestri RIVOLTA D’ADDA — «Sono passati sette mesi e le promesse fatte sono rimaste tali. La realtà invece è ben peggiore di quanto il più pessimista potesse mai immaginare». Comincia così la lettera aperta ai rivoltani che i commercianti di piazza Vittorio Emanuele II hanno scritto per rendere pubblico tutto quanto è successo dall'aprile scorso, periodo in cui sono cominciati i lavori di riqualificazione della piazza stessa, ad oggi. «Prima che iniziassero i lavori — prosegue la lettera — la Giunta convocò i cittadini in municipio per spiegare modi, tempi e finalità dell'intervento. Assessori e progettisti riferirono ai numerosi presenti, fra cui ovviamente la gran parte dei commercianti che opera nel centro storico, le linee generali di un progetto che, tra le tante cose, prevedeva anche uno stravolgimento della viabilità. Ai presenti fu infatti garantito che a lavori ultimati la sosta sarebbe stata ancora possibile, anche se non più gratuita come in precedenza ma a pagamento». A sei mesi di distanza i commercianti parlano di «Promesse clamorosamente dimenticate e di impegni con la cittadinanza vergognosamente disattesi, in spregio ai bisogni e alle richieste avanzate dai commercianti che in piazza vivono e lavorano e che da questa vicenda escono gravemente danneggiati, mettendo in serio pericolo il futuro della loro attività». «Per questi motivi — conclude la lettera — di fronte a chi amministra la cosa pubblica disattendendo le richieste dei cittadini, facendosi beffa dei loro bisogni e delle loro proposte usando l'arma dell'arroganza e del disprezzo, noi commercianti di Rivolta chiediamo ai rivoltani di unirsi al nostro coro nel richiedere che la piazza, a lavori ultimati, possa tornare a vivere come prima».
Rivolta. La Soprintendenza
«Nuova piazza Le pietre scelte sono compatibili»
La telenovela delle pietre, la cui trama si regge sulla diatriba tra maggioranza ed opposizione circa la provenienza del materiale (la diorite) utilizzato per la nuova pavimentazione di piazza Vittorio Emanuele II, si arricchisce di una nuova puntata. Protagonista è la Soprintendenza per i Beni Architettonici, che nella persona dell'architetto Luca Rinaldi ha scritto al Comune di Rivolta, sollecitata da una lettera inviatale la scorsa settimana dal consigliere comunale di minoranza Romano Ogliari, leghista, nella quale il ‘Gruppo per Rivolta’ faceva in sostanza notare la non regolarità della diorite posata, perché avente provenienza extraeuropea e non locale, come dalla stessa Soprintendenze era stato a suo tempo indicato. In merito al presunto danno all'immagine della piazza fatto mediante l'uso di pietre non locali, Rinaldi ritiene che l'utilizzo di pietre del tutto sia compatibile.
Rivolta. Gli esercenti contro le dichiarazioni di Marta Mondonico: ‘Non siamo i burattini di nessuno’
«La piazza non è politica»
I commercianti al sindaco: nessuna riunione con Grillotti
di Gianluca Maestri RIVOLTA D’ADDA — Nella replica al volantino e al manifesto diffusi nei giorni scorsi dal circolo rivoltano ‘Carlo Borsani senior’ di Alleanza Nazionale, nel quale si invita la giunta comunale ad «Andare a casa», una frase del sindaco Marta Mondonico ha fatto arrabbiare i commercianti, ai quali non è andata giù la dichiarazione del primo cittadino secondo cui le assemblee degli esercenti sulla vicenda della viabilità e dei parcheggi in piazza Vittorio Emanuele II sarebbero presiedute dal senatore Lamberto Grillotti, il che farebbe pensare che non sono tanto gli interessi dei commercianti stessi ad essere difesi in questo momento, bensì quelli di An. «Nessuno di noi — affermano i commercianti — è un burattino. Se gli amministratori la vogliono mettere sul piano della politica perché fa loro comodo almeno non insinuino falsità, perché già ne sono state dette tante. Questa di Grillotti è proprio grossa, perché il senatore non si è mai fatto vedere alle nostre riunioni. Avrebbe anche potuto esserci, in qualità di marito di una commerciante, ma non si è mai fatto vedere, pensiamo per correttezza e per non voler dare un contorno politica a questa vicenda». I commercianti proseguono: «Del resto è anche giusto perché le nostre non sono riunioni di carattere politico e non vogliamo che quella della piazza diventi una questione politica. Teniamo a ribadire che alla base del problema-piazza non esiste alcuna questione politica. Tra noi commercianti c’è chi la pensa come Marta Mondonico e chi invece no, ma tutti siamo contrari alla soluzione individuata dal Comune sui parcheggi e la viabilità in piazza». Insomma la pizza non smette di accendere polemiche
"Avevamo specificatamente richiesto che a Rivolta d'Adda fosse usato materiale proveniente dalla valle dell'Adda, e che arrivasse dalla valle dell'Adda era ciò che ci aspettavamo". Esordisce così Luca Rinaldi, della Sovrintendenza di Brescia, interpellato riguardo la questione, sollevata dal leghista Romano Ogliari, della provenienza della diorite utilizzata per ripavimentare piazza Vittorio Emanuele.
"Si sarebbe dovuta usare diorite lombarda, ma ho scoperto che quella usata è di provenienza cinese, ed ho chiesto alla Sovrintendenza se ne fosse al corrente", spiega Ogliari. "Sì, gli amministratori di Rivolta hanno commesso un illecito", spiega Rinaldi, "in quando noi avevamo specificato quale dovesse essere la provenienza della diorite. Non solo, quando hanno deciso di utilizzare materiale cinese, non ci hanno messo al corrente". Sia chiaro: "Non è stato commesso un illecito grave, perché l'atto non ha portato danni al monumento, per cui non si ravvisa un reato penale, ma solo un illecito amministrativo di non grave entità che si risolverà - si suppone - con il pagamento di una multa".
Rinaldi sminuisce la questione, e chiarisce che "hanno ragione entrambi: l'illecito c'è stato, ma la questione sarebbe da chiudere qui". Il sovrintendente però specifica che "le pietre avrebbero dovuto essere della valle dell'Adda, o, piuttosto, piemontesi. Parlando con gli amministratori, avevo fatto cenno al fatto che in alcuni interventi sono stati usati materiali cinesi, ma non intendevo suggerire che a Rivolta si facesse lo stesso, anzi, avevo sottolineato quanto fosse importante usare materiale di recupero, non solo per i portici, ma anche per la piazza. Cosa che non è stata fatta".
Insomma, secondo Rinaldi c'è stata "una dimenticanza dell'approvazione". E, infine, "usare pietre locali sarebbe stato un incentivo anche all'economia lombarda e alla riapertura delle nostre cave, oltre che ad ottenere un risultato tutto sommato migliore". Rinaldi ricorda che "c'è una denuncia in Procura" (presentata dal gruppo di minoranza consigliare) "e la giustizia farà il suo corso. Ricordiamo che il materiale non è autorizzato, ma è analogo".
Rivolta. Secondo l’opposizione poca chiarezza sui materiali usati per la piazza. Sarà un consiglio infuocato
«Carera deve dimettersi»
Minoranze all’attacco, la replica di Marta Mondonico
di Giancluca Maestri RIVOLTA — Sarà inserita nell’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale (le date ipotizzate al momento sono il 18 o il 26 novembre) la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore ai Lavori Pubblici Milo Francesco Carera, presentata una decina di giorni fa dalla minoranza di centrodestra e firmata dai consiglieri comunali del ‘Gruppo per Rivolta’ Lamberto Grillotti, senatore di An, Giancarlo Sabbia, Stefano Regazzoli, Cesare Banholzer Facchetti e Romano Ogliari. Nel documento la minoranza chiede le dimissioni di Carera in quanto l’assessore sarebbe colpevole di aver tenuto nascoste le informazioni sulla provenienza e la tipologia del materiale posato in piazza Vittorio Emanuele II durante i lavori di riqualificazione. Carera lascia al sindaco Marta Mondonico il compito di replicare. «Con Romano Ogliari e con la minoranza — spiega il primo cittadino — chiariremo tutto per filo e per segno. In consiglio comunale sarà fatta una cronistoria completa dello scambio di corrispondenza tra noi e la Soprintendenza di Brescia perché Ogliari stesso ne ha preso in considerazione solo una parte». Dal sindaco arriva poi una frecciata agli avversari politici: «Hanno chiesto le dimissioni dell’assessore ai Lavori Pubblici perché secondo loro c’è stata mancanza di informazione. È una loro interpretazione. Del resto comprendiamo il loro atteggiamento visto sono alla ricerca di una qualche visibilità».
Rivolta, ancora sulla piazza Ogliari: «Danni alla chiesa»
Romano Ogliari, consigliere comunale leghista del ‘Gruppo per Rivolta’, prosegue la battaglia intrapresa in riferimento alla provenienza dei materiali utilizzati per la nuova pavimentazione di piazza Vittorio Emanuele II e in un comunicato-stampa spiega le prossime mosse. «Non sono affatto d’accordo con la Soprintendenza — dice — sul fatto che la nostra basilica, massima espressione del romanico lombardo, non abbia ricevuto sfregio dalla posa di pavimentazione cinese, anzi credo che lo abbia ricevuto, ma in proporzioni tali da rendere il danno inestimabile». Per trovare sostegno a questa sua tesi Ogliari ha interpellato il Ministero per i Beni Culturali ed il presidente della Repubblica con una lettera «nella quale — continua — ho illustrato antefatti ed epilogo finale, con giudizio di colpevolezza, ammenda e discutibile parere in materia artistico-monumentale del Soprintendente della Provincia di Brescia, Cremona e Mantova». Ogliari ha poi aperto il fronte dei conti economici. «La scelta della pietra estera pare sia stata effettuata alla luce di un possibile risparmio, stimato addirittura in 3, 4, 5, 6 volte rispetto alla posa di una pietra locale. Allora perché anche dopo il cambio di materiale (ricordo che nell’appalto iniziale era prevista arenaria locale), atti ufficiali alla mano, si legge chiaramente che l’impegno di spesa complessivo non ha subito diminuzioni? Se tutto questo sbandierato risparmio c’è effettivamente stato, come il sindaco e l’assessore Carera hanno più volte confermato, e nei conti finali non se ne vede traccia, chi ne ha realmente beneficiato? Ho chiesto lumi all’Autorità per la Vigilanza ai Lavori Pubblici di Roma e all'Osservatorio dei Lavori Pubblici della Regione Lombardia. In risposta al sindaco -conclude Ogliari- che in passato si lamentava del fatto che la minoranza sottraeva soldi pubblici per via dei continui esposti dai quali il Comune doveva difendersi, chiedo: l’ammenda della Soprintendenza per non aver messo pietra locale ma cinese, da chi verrà pagato? Se esiste coerenza spero dal sindaco di tasca propria e dai suoi fidati collaboratori».
Rivolta. Giordano Pomati del bar Centrale: «Noi vogliamo semplicemente tornare a lavorare»
«La giunta ci strumentalizza»
Piazza, commercianti sul piede di guerra «Nessun marchio politico sulla vicenda»
di Gianluca Maestri RIVOLTA D’ADDA
— «Noi commercianti ci siamo meravigliati che l’amministrazione comunale abbia
fatto un gioco politico nei nostri confronti citando a riguardo la
manifestazione di Alleanza Nazionale di due domeniche fa, che era una cosa del
partito e che con noi non aveva niente a che fare, e insistendo sul ruolo di
Romano Ogliari, che è sì appartenente alla Lega Nord, ma che è anche un
commerciante e come tale ha diritto di esprimersi».
Ancora una volta i titolari di bar e negozi del centro storico tornano sulla
diatriba in atto con il comune per ribadire che la loro disputa con la giunta
Mondonico in merito alla viabilità e ai parcheggi della riqualificata piazza
Vittorio Emanuele II non c’entra nulla con la politica. Se ne fa portavoce
Giordano Pomati, titolare del bar Centrale. «Sia chiaro — continua Pomati — che
i commercianti di Rivolta non vogliono che la politica entri in questa vicenda.
Ciò che vogliono è semplicemente tornare a lavorare, con ripristino della
vecchia viabilità, possibilità di sosta delle auto in piazza e ritorno del
mercato settimanale in via continuativa». Quanto al fatto che sulla porta
d’ingresso del bar Centrale siano affisse le fotografie di come la piazza
avrebbe dovuto essere in base al progetto che a suo tempo vinse il concorso di
idee per la progettazione dell’intervento mirato a riqualificarla, Pomati
precisa: «Il bar Centrale non ha preso alcuna iniziativa particolare su queste
fotografie. Esponendole non ha fatto altro che ricordare ai rivoltani come la
piazza era stata ideata». Pomati torna poi a parlare della viabilità: «La giunta
dice che la nuova viabilità sarebbe un vantaggio per i bar? Allora mi si dica
come io posso mettere tavolini e sedie sulla piazza se vi transitano le auto. E
che senso ha farle transitare senza permettere che le si possa parcheggiare?
Ecco perché noi commercianti chiediamo che ci venga restituita la piazza così
com’era».
Nuova piazza Vittorio Emanuele II: Diesse a difesa del sindaco Marta Mondonico
«Commercianti, pareri strumentali»
di Gianluca Maestri RIVOLTA D’ADDA — La sezione DS ‘Antonio Gramsci’ prende posizione sulla questione della nuova piazza Vittorio Emanuele II e si schiera a difesa dell’operato della Giunta. «Noi saremmo anche solidali — esordiscono Sergio Colombi, segretario, e Rosolino Mondonico, membro del direttivo — con i commercianti che a livello generale stanno vivendo un momento difficile, ma le difficoltà che stanno attraversando sono proprie di tutto il Paese. Ci sono categorie di persone che faticano ad arrivare a fine mese ed è logico che ciò si ripercuota anche sul commercio. A questa situazione, per gli esercenti del centro storico di Rivolta, si è aggiunto il disagio dato dal cantiere per la riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II, certo, ma da qui a dire che con questo intervento la Giunta ha penalizzato il commercio ci pare cosa eccessiva e fondata su una posizione politica». «Da quattro anni a questa parte — continuano i DS — sono stati fatti due nuovi parcheggi e ne è stato liberato uno in viale Piave, davanti alla scuola elementare, grazie alla possibilità data agli insegnanti di parcheggiare le loro auto nel piazzale all’interno della zona sterrata di via Galilei. L’istituzione della zona-disco nelle piazzette adiacenti la piazza centrale e dei sensi unici nelle vie limitrofe danno inoltre la possibilità di ricavare parcheggi nelle immediate vicinanze della piazza stessa. Com’è possibile che sia veritiera la posizione che questi commerciant? Il nostro non è parere ma è una constatazione: è strumentale».
Viabilità, rivoluzione nel centro del paese
«Sia chiaro che tutti i cambiamenti introdotti sono sotto attenta verifica. Come abbiamo detto ai commercianti, niente è scritto sulla pietra come fosse la tavola della legge. Se si manifestassero situazioni di pericolo o di ingombro al traffico, siamo disposti a verificare i provvedimenti e a correggerli. Ciò significa che non ci siamo cocciutamente fissati su una cosa soltanto». Così Marta Mondonico, sindaco di Rivolta, a proposito delle modifiche alla viabilità nelle strade del centro storico, introdotte gradualmente mediante alcune ordinanze firmate dallo stesso primo cittadino. Ampiamente annunciata dagli amministratori rivoltani, la decisione di intervenire sulla viabilità del centro storico creando una piccola circonvallazione interna, è stata presa in seguito alla chiusura al traffico della porzione di piazza Vittorio Emanuele II che coincide con il sagrato della basilica di San Sigismondo.
Rivolta. La piazza riapre alle bancarelle dopo sei mesi
Torna il mercato
Il mercato settimanale, da oltre sei mesi dislocato in viale Isonzo, tornerà in piazza Vittorio Emanuele II e nelle vie del centro del paese. Ancora non è stata indicata una data precisa ma gli amministratori comunali e gli operatori del settore, che a Rivolta sono una settantina, ci stanno lavorando. «Sul ritorno del mercato — spiega il sindaco Marta Mondonico — non c’erano dubbi. Abbiamo sempre detto che la collocazione in viale Isonzo era temporanea. Sulla data in cui il ritorno sarà effettivo preferiamo non esprimerci. Teniamo a precisare che se si andrà un po’ in avanti con i tempi è perché gli ambulanti preferiscono fare le cose con calma per potersi sistemare al meglio quando torneranno in piazza». Le due parti si incontreranno di nuovo domani sera alle 21, presso la sala conferenze del centro sociale La Chiocciola. «Nel corso della riunione — continua il sindaco — illustreremo alcune novità riguardanti il mercato nel centro storico del paese. Per prima cosa le bancarelle degli alimentari, una ventina, saranno collocate in piazza Ferri, che sarà attrezzata con delle colonnine per l’attacco dell’elettricità. Gli altri cinquanta ambulanti saranno invece distribuiti fra la piazza Vittorio Emanuele II e le adiacenti vie Battisti e Cereda. Gianluca Maestri
Rivolta, il sindaco ‘spara’ sui negozi
Dopo le ultime vicende che hanno visto i commercianti di piazza Vittorio Emanuele sul piede di guerra nei confronti dell’amministrazione comunale per via delle modifiche alla viabilità introdotte in piazza Vittorio Emanuele II in seguito ai lavori di riqualificazione, il sindaco Marta Mondonico rivolge loro un appello. «Invece di incattivirsi — afferma il primo cittadino — in una polemica senza prospettiva i commercianti dovrebbero indirizzare queste energie trovate dentro di loro, che li fanno sentire così vicini gli uni agli altri, per migliorare le proprie attività. Perché, ad esempio, due bar della piazza chiudono entrambi il lunedì?» La Mondonico insiste: «Se è vero che le iniziative che l’amministrazione comunale propone non sono gradite è anche vero che i commercianti sono stati invitati più volte ad essere propositivi. Ripeto, se usassero questa energia in modo positivo credo che ciò andrebbe a vantaggio sia loro che della clientela, che entrando nel qualsivoglia negozio o bar troverebbero un’atmosfera più distesa». Il sindaco parla infine dei provvedimenti presi dalla giunta per venire incontro alle esigenze degli esercenti: «Noi abbiamo introdotto il disco orario nelle piazze Cavour, Ferri e Mazzini, che si trovano nelle immediate vicinanze della piazza proprio per agevolare il parcheggio delle auto che si recano in centro al paese e la cosa sta dando ottimi risultati perché è sempre possibile trovare parcheggio. Era il nostro scopo e si sta realizzando. La piazza — conclude la Mondonico — non può morire perché è senza auto; la piazza muore se ciascuno rinuncia al proprio ruolo».
Rivolta, torna il mercato in centro storico Lunedì un’assemblea
Il mercato settimanale, da oltre sei mesi in viale Isonzo, tornerà tra poco dove è sempre stato: nel centro storico. In riferimento a ciò e alla nuova distribuzione dello stesso fra piazza Vittorio Emanuele II, via Cereda, via Battisti e piazza Ferri (dove ad esempio troveranno posto gli alimentari), con lo scopo di illustrare le sue proposte, l’amministrazione comunale ha indetto un incontro con i commercianti del centro storico, che si terrà presso la sala conferenze del centro diurno ‘La Chiocciola’ di via Renzi, lunedì 21 novembre 2005 alle 21.
In un bar il progetto della piazza
Il sindaco: «E’ quello sbagliato»
«Quello che è stato esposto al Bar Centrale non è l'elaborato che ha vinto la gara di progettazione per la nuova piazza». Il sindaco Marta Mondonico, prende posizione nei confronti dell'iniziativa del titolare del Bar Centrale di affiggere sulla porta d'ingresso del locale l'immagine di uno degli elaborati che parteciparono al bando di concorso per ottenere l'incarico di progettazione dei lavori di piazza Vittorio Emanuele II allo scopo di ricordare alla Giunta Comunale come in origine era stata concepita la riqualificazione di quello che è il cuore di Rivolta d'Adda. «Spacciare quel disegno come vincitore del concorso per la progettazione -prosegue il sindaco- non è stato corretto. Il progetto vincitore del bando di concorso è quello degli architetti Spagnuolo e Bandini, così come ha decretato un'apposita commissione tecnica comunale. Al Bar Centrale invece è stato affisso uno dei progetti presentati in comune entro i termini stabiliti dal concorso stesso ed assieme gli altri esposto poi alla visione del pubblico. Magari sarà anche salito in cima alle preferenze dei cittadini ma voglio ricordare che in questa particolare classifica il lavoro degli architetti Spagnolo e Bandini, cui abbiamo affidato la progettazione, era al terzo posto, non molto distante dal primo classificato, ed aveva ricevuto apprezzamenti. Se anche la commissione avesse scelto l'elaborato esposto al Bar Centrale, che prevede alberi e verde in tutta la piazza, vorrei che qualcuno mi spiegasse come avremmo fatto a farvi tornare il mercato settimanale».
Rivolta. Nei giorni scorsi gli ambulanti hanno incontrato l’amministrazione: come saranno distribuiti i banchetti
Il mercato torna il 7 dicembre
Dopo sette mesi di ‘esilio’ in viale Isonzo e tante polemiche
È quella di mercoledì 7 dicembre la data che l’amministrazione comunale ipotizza per ritorno del mercato nel centro storico. Il mercato era stato spostato in viale Isonzo, dove trova tuttora posto ogni mercoledì mattina, lo scorso 20 aprile, in conseguenza dei lavori di riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II (sua sede storica) ormai conclusi. In una riunione con gli ambulanti, tenutasi nei giorni scorsi al centro sociale, l’amministrazione Comunale ha esposto agli operatori del settore quelli che saranno i criteri di ridistribuzione dei posti e le novità introdotte per questo ritorno a casa del mercato. Le circa settanta bancarelle degli ambulanti saranno ridistribuite fra piazza Ferri (dove saranno collocate quelle che vendono alimentari), piazza Vittorio Emanuele II e le vie Cereda e Battisti. «Quella del polo alimentare in piazza Ferri — spiega il sindaco Marta Mondonico, che segue da vicino la questione — è una novità assoluta, ed è stata accettata di buon grado dagli interessati. Al più presto piazza Ferri sarà attrezzata con colonnine per l’attacco della corrente elettrica. Lunedì 28 novembre, qui in municipio, si provvederà all’assegnazione dei posti secondo determinati criteri che vanno dall’anzianità di presenza alle norme stabilite dalla categoria. Ci è stato riferito che in alcuni paesi della Bergamasca per il mercato il Comune assegni un posto e quello deve essere, senza discussioni. Da noi no, preferiamo parlarne con gli ambulanti nei limiti del possibile». Una riunione sull’argomento è in programma anche lunedì 21 novembre. Sono stati invitati i commercianti locali, ai quali saranno spiegati tempi e modi del ritorno del mercato. Con loro — conclude la Mondonico — discuteremo la possibilità di arredare la piazza Vittorio Emanuele con elementi che non disturbino il mercato».
Il materiale usato è senza certificazione europea
Pietre cinesi per il sagrato della basilica
Il progetto di riqualificazione della piazza prevedeva l’impiego di diorite proveniente dalle cave locali
di Andrea Indini - Un alone di
mistero avvolge, da qualche mese a questa parte, i lavori di
riqualificazione della piazza Vittorio Emanuele II di Rivolta
d’Adda. Per lastricarla è stata, infatti, usata pietra importata
dalla Cina e non marcata Ce.
Oggi il Paese è un gioiellino a misura d’uomo, immerso nel verde e
dove la vita gira intorno alla piazza principale e alla bellissima
basilica di San Sigismondo, uno splendido esempio di architettura
romanico-lombarda costruita tra il 1088 e il 1098 dagli abitanti
di Rivolta che la donarono alla Santa Sede. Proprio per questo la
basilica fu disgiunta dalle curie sia di Cremona sia di Milano
dipendendo direttamente dal Pontefice. La chiesa, strutturata a
tre navate, presenta tre absidi originali in perfetto stile
romanico lombardo. Gli ultimi interventi effettuati sulla basilica
risalgono al 1765, anno in cui è stato costruito l'imponente
altare maggiore.
Oggi, tuttavia, il Comune di Rivolta, che conta poco più di 7mila
abitanti, è tornato a metter mano alla basilica. Lo scorso aprile
la Giunta comunale, presieduta dal sindaco di centrosinistra,
Marta Mondonico, ha infatti dato il via ai lavori di
riqualificazione della piazza voluti dall’assessore ai Lavori
pubblici, Milo Franco Carera. Ma qualcuno ha giocato sporco. Oltre
ai disagi dovuti alla nuova configurazione stradale (parte della
piazza è stata resa pedonale riempiendo il centro di sensi unici e
ferendo gravemente l’economia degli esercizi della zona), i
cittadini hanno avuto modo di vedersi recapitare le pietre dal
porto di Genova, segno certo di una derivazione extra-europea. Da
qui sono nati i primi sospetti. La sovrintendenza per i beni
architettonici e per il paesaggio di Brescia, Cremona e Mantova
aveva, infatti, prescritto che si usasse «pietra locale o comunque
di provenienza padana» per il materiale della pavimentazione. «Le
pietre - spiega Luca Rinaldi della sovrintendenza di Brescia -
avrebbero dovuto essere della valle dell’Adda o, piuttosto,
piemontesi. Avevo sottolineato quanto fosse importante usare
materiale di recupero non solo per i portici, ma anche per la
piazza».
Una lunga battaglia ha permesso a Romano Ogliari, consigliere
comunale della Lega, di scoprire che i materiali usati per la
pavimentazione provengono dalla Cina. «Sotto i portici è stata
usata la sienite che proviene dalla Cina e che è correttamente
marcata Ce - racconta Ogliari - ma per i circa 2mila metriquadri
di piazza la diorite usata non è marcata Ce, sebbene a partire dal
primo ottobre 2003 ve ne sia l’obbligo». Non solo. «La
certificazione in possesso del Comune - continua il consigliere
del Carroccio - non riguarda la diorite usata nel cantiere di
Rivolta, ma è stata riciclata da un cantiere in Val d’Aosta
risalente al settembre del 2001»
Risulta difficile capire il perché di queste scelte. La Giunta si
maschera dietro al risparmio economico. Ma non risponde alle
domande di danneggiamento architettonico della piazza. L’intento
di usare pietra locale era, in primis, quello di servirsi dello
stesso materiale con cui era stata costruita la basilica. E Carera
risponde che non ha alcuna intenzione di «scendere in polemica con
la minoranza e con i metodi che usa usa per fare politica». In
sintesi: Ogliari sarebbe in malafede. Una risposta “furba” che
permette all’assessore di aggirare l’ostacolo evitando di spiegare
per quale (strano) motivo il comune di Rivolta sia stato costretto
a rifornirsi di pietre cinesi piuttosto che usare quelle
bergamasche o, se vogliamo, piemontesi. «Bisogna poi vedere - si
chiede Ogliari - se con questa operazione il Comune ha davvero
risparmiato qualcosa. Non possiamo infatti calcolare solamente il
costo della pietra in sé, ma aggiungerci anche le spese di
trasporto e le tasse doganali». Per quanto riguarda la marchiatura
Ce, il problema sembrerebbe presto risolvibile. «Non stiamo
chiedendo di togliere la diorite dalla piazza - spiega Ogliari -
ma semplicemente che la marchiatura Ce sia posizionata, ovvero che
la diorite sia sottoposta agli esami del caso e che la
documentazione a suo carico sia implementata quanto prima». La
scelta di allegare una documentazione che fa riferimento al
cantiere di Pont saint Martin e non a quello di Rivolta lascia
intravedere un grossolano tentativo di mascherare la
certificazione del materiale utilizzato. Si aggiunga il fatto
(inspiegabile) per cui il Comune abbia specificato solo in un
secondo momento che il materiale utilizzato è «di provenienza
estera» senza però specificare da dove. Carera passa la palla
accusando che «l’imposizione nell’uso della diorite da parte della
Sovrintendenza verteva sul materiale che è tipico delle nostre
zone, e non sulla provenienza della partita che avremmo usato per
ripavimentare la piazza». Ma la sovrintendenza nega. Così, ci
troviamo in un gioco di poteri dove centrosinistra e
sovrintendenza si rifiutano di assumersi le colpe. Chi ne fa le
spese, come al solito, sono i cittadini. Non bastano, infatti, le
parole di Rinaldi a garantire che «non è stato commesso un
illecito grave perché l’atto non ha portato danni al monumento per
cui non si ravvisa un reato penale, ma solo un illecito
amministrativo di non grave identità che si risolverà con il
pagamento di una multa». Che sia grave o meno, l’illecito c’è.
Così, domenica prossima, a partire dalle ore 9, la Lega
organizzerà un gazebo nei pressi della basilica di San Sigismondo
per sensibilizzare i cittadini su quello che sta succedendo:
saranno distribuiti i volantini che riassumono tutto l’iter che ha
caratterizzato la riqualificazione dello spazio centrale del
borgo.
Alla polemica, si aggiunge la protesta dei commercianti della
zona. Con i lavori, infatti, si sono visti “spuntare” anche la
pedonalizzazione della parte antistante alla chiesa. Tale
decisione sarebbe stata presa in modo da lasciare più respiro al
sagrato, ma così facendo si sono venuti a creare una serie di
sensi unici che tagliano fuori i negozi della zona impoverendoli e
diminuendone gli introiti. L’assessore alle Politiche sociali,
Angelo Cirtoli (Margherita), ha comunque promesso di prendere
contatti con i commercianti della zona per trattare «i prossimi
passi da fare nella gestione dell’area»
Rivolta, vertice sulla piazza tra commercianti e sindaco
Amministrazione comunale e commercianti di nuovo a colloquio. È accaduto lunedì sera, al centro sociale di via Renzi, dove le due parti sono tornate a discutere della piazza Vittorio Emanuele II. Nello specifico gli amministratori e gli esercenti avrebbero dovuto parlare della possibilità di arredare la piazza con panchine e fioriere e del fatto che il mercato settimanale, da dicembre, vi farà ritorno. Se è vero che tali argomenti sono stati affrontati è anche vero che, inevitabilmente, il discorso è scivolato sulle polemiche che da mesi contrappongono le due parti circa il riordino della viabilità nel centro storico di Rivolta a seguito dell’intervento di riqualificazione della piazza stessa, conclusosi da qualche settimana. «Del ritorno del mercato — ha commentato il sindaco Marta Mondonico, presente alla riunione assieme agli assessori Milo Carera, Fabio Calvi ed Angelo Cirtoli — non si è parlato più di tanto. I commercianti ovviamente sono contenti che ciò avvenga. Quanto agli arredi è emerso che serviranno dei portabiciclette. Provvederemo. Nel complesso non è stato un incontro eccessivamente produttivo ma ci conforta il tono civile con cui si è svolto. Sulla viabilità nella piazza Vittorio Emanuele II i commercianti sono fermi sulle loro posizioni, noi sulle nostre. Il nostro intento è quello di distogliere il traffico inutile dalla piazza ma abbiamo ribadito loro che su questo tema siamo pronti a verificare i provvedimenti presi ed eventualmente a modificarli. Qualche suggerimento, che valuteremo, c’è stato. Ad esempio, ci hanno chiesto di non intervenire sul senso unico di via Garibaldi e di non rendere pedonale la via Filzi, cosa che impedirebbe di avere un ulteriore ingresso in piazza per le auto».
Rivolta, i politici in piazza presidi dei Ds e della Lega
Mattinata in piazza Vittorio Emanuele quella di domenica per le forze politiche rivoltane, con l'Unione da una parte e la Lega Nord dall'altra. Il centrosinistra ha distribuito volantini e documenti riguardanti questioni sia nazionali che locali. «A livello locale — spiega il diessino Rosolino Mondonico — oltre a dare notizie sulle pesanti conseguenze che la finanziaria 2006 avrà per Rivolta, ci siamo occupati del concorso per la progettazione della riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II, del parere della Soprintendenza su questo intervento, dell'utilizzo dei risparmi effettuati grazie alla scelta di posare nella piazza stessa materiale di origine cinese». Dall'altra parte della piazza, assieme ad una quindicina di militanti, dal gazebo del Carroccio, Romano Ogliari tuonava contro l'Amministrazione Comunale. «Sabato -ha spiegato il pitbull del centrodestra- in consiglio comunale la maggioranza ha discusso una mozione contro l'assessore Carera di cui ho seguito in prima persona la formulazione senza che io fossi presente: ritengo tipicamente comunista un atteggiamento del genere. Cambiando argomento, abbiamo distribuito un volantino sulla viabilità nel cento storico. A metà 2003 ci risulta che i vigili avessero redatto un rapporto secondo cui la viabilità andava bene così com'era». Quanto alla guerra delle pietre Ogliari è tornato a prendersela con la scelta dell'Amministrazione. «Abbiamo mostrato, con allegati gli appelli di Amnesty International, fotografie che documentano come in Cina questo materiale sia scavato da bambini e notizie tratte da Internet sugli incidenti mortali occorsi agli operai che lavorano nelle zone, ad esempio il Fujan, da dove provengono queste pietre».
Rivolta. Il sovrintendente alle belle arti visita la piazza. I commenti del sindaco e Ogliari
Rinaldi: «Pavimento illecito»
di Gianluca Maestri RIVOLTA —
Visita quasi a sorpresa (il preannuncio è stato breve) ieri
mattina a Rivolta del responsabile della Soprintendenza ai Beni
Culturali di Brescia Luca Rinaldi. Oggetto di questa sua trasferta
nel nord della nostra provincia un sopralluogo nel centro del
paese allo scopo di visionare il risultato dell’opera di
riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II conclusasi il mese
scorso. Rinaldi ha visitato la piazza in compagnia del sindaco
Marta Mondonico dell’assessore ai Servizi Sociali Angelo Cirtoli e
del personale dell’ufficio tecnico comunale.
«Rinaldi — spiega la Mondonico — ha negato ci sia un qualsiasi
danno artistico alla piazza e alla basilico per via dell’utilizzo,
nella pavimentazione della piazza stesse, di materiale proveniente
dall’estero. Certo, ha ribadito la sua convinzione secondo cui le
pietre posate dovevano avere provenienza locale. Dal momento che
inizialmente la pietra da posare doveva essere l’arenaria e
successivamente invece si è optato per la diorite i nostri tecnici
hanno ritenuto che l’indicazione della Soprintendenza sulla
provenienza dei materiali non fosse più vincolante mentre per
Rinaldi non è così. Quindi ci ha ribadito che a suo avviso un
lieve illecito c’è stato. Nel complesso comunque mi è sembrato
soddisfatto del sopralluogo. Noi stessi siamo soddisfatti
dell’esito di questa visita e ci sentiamo molto sereni su questa
vicenda». Anche Romano Ogliari, della minoranza di centrodestra,
che ha più volte attaccato la maggioranza sulla questione delle
pietre ‘cinesi’ della nuova piazza Vittorio Emanuele II, è stato
avvertito della visita del Soprintendente, argomento su cui ha
voluto esprimere un parere: «Sono contento — ha detto — che il
Soprintendente abbia riconfermato quello che aveva affermato e
cioè che il Comune ha compiuto un illecito e che sarà multato
perché anche quando è stata scelta la diorite al posto
dell’arenaria non è venuta meno l’indicazione che anche questo
secondo materiale dovesse avere
provenienza locale».
Rivolta d’Adda. Polemiche infinite. Mozione di sfiducia presentata dal leghista Romano Ogliari
«L’assessore Carera si dimetta»
Il centrodestra torna alla carica: «Sui lavori in piazza ha sbagliato tutto»
di Gianluca Maestri RIVOLTA D'ADDA — La minoranza di centrodestra ha mantenuto la promessa fatta alla maggioranza di centrosinistra qualche settimana fa tornando a chiedere le dimissioni dell’assessore ai Lavori Pubblici Milo Francesco Carera. Ancora una volta lo fa attraverso il suo ‘Pitbull’, il leghista Romano Ogliari, di nuovo pronto a mordere. Ogliari è l’unico firmatario di una mozione di sfiducia (fatta protocollare in municipio giovedì) nei confronti di Carera, che il ‘Gruppo per Rivolta’ ripropone dopo una prima bocciatura avvenuta nel corso dell’ultima seduta del consiglio comunale, quando il documento in questione fu discusso dai soli consiglieri di maggioranza (Ogliari e Giancarlo Sabbia erano assenti, il primo per motivi di lavoro il secondo per motivi personali, Cesare Banholzer Facchetti aveva abbandonato l’aula consiliare mentre Lamberto Grillotti e Stefano Regazzoli non erano ancora arrivati in municipio). Ogliari e colleghi imputano a Carera tutta una serie di errori nella gestione dell’intervento di riqualificazione di piazza Vittorio Emanuele II che vanno dalle informazioni, da essi definite «Insufficienti e generiche», circa la provenienza dei materiali utilizzati per la nuova pavimentazione di piazza Vittorio Emanuele II all’assenza, per gli stessi, della certificazione a marchio CE fino all’illecito amministrativo perpetrato dall’amministrazione comunale (confermato pochi giorni fa dal responsabile della Soprintendenza di Brescia, l’architetto Luca Rinaldi) per aver fatto posare in piazza delle pietre (la diorite) aventi provenienza cinese e non locale. «Carera — sostiene Ogliari — ha sbagliato nell’impostare l’intera questione relativa alla nuova piazza. Inoltre vorrei sapere da lui cosa ne pensa sui materiali di provenienza cinese, non certificati, e sull’illecito amministrativo di cui è stata incolpata l’Amministrazione Comunale ».
Rivolta. L’ipotesi è di collocarlo al sabato pomeriggio. Favorevoli e contrari
Il mercato vende polemiche
di Gianluca Maestri RIVOLTA — Si dividono sostanzialmente in parti uguali i favorevoli e i contrari all’idea di un secondo mercato nel centro storico il sabato pomeriggio. È quanto emerso dall’assemblea pubblica che l’amministrazione comunale ha convocato martedì sera. Dopo una premessa del sindaco Marta Mondonico, l’assessore ai lavori Pubblici Milo Francesco Carera, mente del progetto, ha illustrato l’iniziativa. Spazio poi agli interventi del pubblico. La prima voce, contraria in quanto un secondo mercato a suo avviso penalizzerebbe troppo i commercianti, è stata quella di Angelo Calloni, fiorista. Walter Cataldi, commerciante da pochi mesi, non si è invece detto contrario al secondo mercato. Secondo lui però, piuttosto che mettersi gara con i centri commerciali il mercato del sabato pomeriggio dovrebbe attirare gente da fuori, facendo concorrenza ai mercati dei paesi limitrofi. Per il titolare della gelateria Giavazzi, dal momento che un mercato a Rivolta esiste già, si potrebbe pensare a qualcosa di diverso per attirare gente in paese nel pomeriggio prefestivo. Favorevole alla proposta Gianni Squarzoni, che commerciante non è ma che era presente in veste di rappresentante dell’Arci dal momento che anche le associazioni di volontariato sono state invitate alla riunione. Di tono diverso l’intervento di Federico Ferrario, titolare dell’omonima farmacia: «Allontaniamo la gente dalla piazza centrale per sei giorni la settimana e poi tentiamo di recuperarli il settimo giorno? L’iniziativa del secondo mercato è lodevole ma va cercata una soluzione anche per il resto della settimana». La discussione è proseguita coinvolgendo anche il mercatino dell’usato e la solita questione dei parcheggi.
Secondo l'opposizione adesso la viabilità crea solo problemi e danneggia l'economia
«La piazza che vorremmo»
An, Udc e Lega: riapertura totale alle auto e parcheggi
di Gianluca Maestri RIVOLTA — Riapertura totale alle auto con il ripristino del giro completo della piazza Vittorio Emanuele II e con il ritorno dei parcheggi, mini sensi unici nelle quattro principali vie d’accesso alla piazza stessa e sosta con disco orario per un massimo di due ore in piazza Ferri. Queste le proposte rese note da Marianna Patrini (An), Cesare Banholzer Facchetti (Udc) e Romano Ogliari (Lega Nord). «Così com’è messa ora — spiegano gli esponenti della CdL — la viabilità nel centro storico non serve a nessuno e danneggia sia le realtà economiche presenti sia i cittadini stessi. La giunta Comunale ha invertito i sensi di marcia risolvendo che cosa? In via Cereda il semaforo è più trafficato, in via Battisti la circolazione è difficile, in via Porta Rocca ed in via Garibaldi non transita più nessuno». Il Centrodestra punta al ripristino del giro completo di piazza Vittorio Emanuele II. «Nel nostro progetto verrebbero tolti i dissuasori di traffico, riaprendo la circolazione anche in quei venti metri di piazza in corrispondenza dell’ingresso della basilica, per chiudere i quali tutta la viabilità del centro è stata rivoluzionata. Anche il divieto di passaggio in via Filzi dovrà essere tolto». Nel piano-viabilità della minoranza si prevede anche il ritorno dei parcheggi in piazza, a pagamento dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 19: «Perché — puntualizza Marianna Patrini — così com’è stata sistemata la piazza dobbiamo trovare una soluzione adattabile. Assieme alla polizia municipale saranno individuati 25-30 posti auto. Prima delle nove non saranno a pagamento, per agevolare chi in piazza arriva prima di andare al lavoro e vi si ferma pochissimo". Parcheggio non a pagamento, con disco orario valido due ore, invece in piazza Ferri.
Rivolta D’Adda. L’esponente del Carroccio: «Meno pattugliamenti serali da parte dei vigili urbani»
Sicurezza, la Lega sferza
Ogliari critica la giunta
di Gianluca Maestri RIVOLTA — Il pitbull padano torna a mordere. Romano Ogliari, consigliere comunale di minoranza e leader della sezione locale della Lega Nord, attacca la maggioranza di centrosinistra sulla questione della sicurezza, settore in cui a suo avviso l’amministrazione di Marta Mondonico latita paurosamente. «Ultimamente — spiega — a Rivolta si sono verificati episodi inquietanti: accoltellamenti, risse aventi come protagonisti prima degli albanesi poi degli egiziani, furti e vandalismi vari tra i quali cito quello perpetrato ai danni dell’albero di Natale vicino al municipio».
«Per non parlare poi della recente rapina al supermercato. In tutto ciò la giunta comunale non sembra voler fare nulla. La cosa del resto non mi meraviglia, perché nel programma elettorale di Insieme per Rivolta non trovo scritta una riga riguardante la sicurezza. Non era previsto un assessorato specifico per questo settore, né è stata inserita la possibilità di collocare delle telecamere per la videosorveglianza, cosa che parecchie altre amministrazioni comunali, anche di centrosinistra, hanno fatto. In paesi non lontani dal nostro, vedi Caravaggio, a guida leghista, carabinieri e agenti di polizia locale hanno addirittura effettuato controllo negli appartamenti abitati da extracomunitari. Forse determinate scelte ed operazioni del genere si sarebbero potute attuare anche a Rivolta se fosse stato istituito un assessorato alla sicurezza invece l’amministrazione comunale ha lasciato questa tematica allo sbando». Ogliari conclude accennando ai pattugliamenti serali dei vigili. «Sono diminuiti e gli amministratori non vengano a dirci che sono mancati i finanziamenti della Regione».
Rivolta. Un volantino per riassumere la situazione del centro storico e lanciare accuse ai vecchi governi
«Cittadini, abbiate pazienza»
Viabilità, la maggioranza: sono tutti interventi necessari
Gianluca Maestri RIVOLTA — Fiducia, sostegno e pazienza: questo chiede l’amministrazione comunale alla cittadinanza in relazione ai provvedimenti presi di recente dalla giunta per modificare la viabilità nel centro storico. A distanza di un paio di settimane dagli attacchi ricevuti dalla minoranza, la maggioranza di centrosinistra risponde rivolgendosi alla popolazione con un volantino. «Dopo aver rifatto le fognature e riqualificato la piazza — sostengono gli amministratori — è arrivato il momento di adattare la viabilità, cercando di ridurre il traffico e l’inquinamento e migliorando la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti. Il momento non è dei migliori, sia perché siamo in inverno sia perché siamo ormai in campagna elettorale. Ciò non di meno abbiamo ritenuto necessario proseguire nel nostro lavoro per cercare di recuperare i decenni di completa inattività di chi ci ha preceduto». La maggioranza cita la limitazione all’ingresso dei veicoli in paese la mattina, il divieto di circolazione ai mezzi pesanti, il telelaser ed il riordino della viabilità. Secondo la maggioranza la campagna elettorale rischia di creare una frattura su un tema che invece dovrebbe vedere tutti uniti nella ricerca dell’unico risultato importante: il miglioramento della sicurezza. Per questo l’amministrazione fa appello ai cittadini: «Crediamo, con il lavoro fatto in questi anni, di aver dimostrato la nostra buona volontà e il nostro disinteressato impegno. Con lo stesso spirito di servizio porteremo a termine anche questo delicato intervento». L’amministrazione chiede anche una franca e leale collaborazione per portare avanti queste innovazioni che sicuramente staranno creando dei disagi ma che crediamo siano ormai necessarie per fronteggiare le emergenze del futuro ed esorta ad avere pazienza.
Rivolta, la Lega Giunta distratta
La Lega Nord punta il dito contro quelli che il Carroccio giudica come sprechi da parte dell'amministrazione comunale. Romano Ogliari, numero uno leghista in riva all'Adda fa riferimento ai parchimetri che il Comune avrebbe voluto collocare nella rinnovata piazza Vittorio Emanuele II per disciplinare la sosta a pagamento delle auto. «L'amministrazione — spiega Ogliari — ha acquistato, spendendo 15.000 euro, tre apparecchi per il pagamento della sosta in piazza. Le macchinette sono arrivate e giacciono da mesi nel magazzino comunale. Ma non basta. La Giunta ha deciso di non utilizzarle, vietando la sosta delle auto nella piazza. E' evidente come sindaco ed assessori abbiamo peccato di programmazione. Non è la prima volta che l'amministrazione decide una cosa e poi cambia idea spendendo inutilmente i soldi dei rivoltani. Nel caso dei parchimetri vanno aggiunte le spese per la canalizzazione degli impianti che si aggirano sui 10.000 euro. In totale fanno 25.000 euro che i nostri amministratori hanno deciso di non utilizzare». Quest'ultima polemica lanciata dalla Lega Nord va ad aggiungersi alle tante battaglie combattute sulla piazza Vittorio Emanuele II nei mesi scorsi da Romano Ogliari: «Ricordo — conclude l'esponente dei Lumbard — che nell'ambito dei lavori di riqualificazione della piazza non sono stati rispettati vari canoni, primo fra tutti la posa di pietre di origine padana. Inoltre la nuova viabilità ha complicato non poco le cose per chi ha un'attività commerciale nel cuore di Rivolta e c'è aria di crisi per parecchi negozi».
Inopportuna per la minoranza la decisione di Grillotti su piazza Vittorio Emanuele
Viabilità, è subito scontro politico
Espletata in pochi minuti la pratica relativa ai due argomenti all’ordine del giorno l’ultima seduta del consiglio comunale è vissuta sulla polemiche relative alla viabilità della piazza Vittorio Emanuele II. La minoranza di ‘Insieme per Rivolta’ ha segnalato il disagio di alcuni cittadini rispetto alle decisioni prese dall’amministrazione di centrodestra all’indomani della vittoria elettorale del 29 maggio scorso. Se Angelo Cirtoli ha parlato di «problemi di sicurezza» e ha definito «inopportuna la scelta di Grillotti di operare subito dei cambiamenti» (avrebbe secondo lui potuto attendere di giurare da primo cittadino prima di agire), l’ex sindaco Marta Mondonico ha fatto presente il problema della sosta selvaggia delle auto in piazza: «Conservare un minimo di regole e di ordine — ha detto — sarebbe doveroso in attesa della creazione di parcheggi, cosa che mi pare la maggioranza sia intenzionata a fare. Così com’è adesso la piazza non dà una bella impressione, per non dire della questione della sicurezza di chi vi transita». Pronta la replica di Lamberto Grillotti: «Un sindaco è in carica dal momento in cui, al termine dello scrutinio, il presidente del seggio numero uno lo proclama tale. Quindi non vedo problemi di opportunità per la mia ordinanza che disciplinava il traffico all’indomani delle elezioni. Operando immediatamente i cambiamenti sulla viabilità abbiamo tenuto fede a quanto promesso in campagna elettorale. Quanto alla sosta selvaggia, mi pare che il lassismo ed il permissivismo risalgano a parecchio tempo fa».
Rivolta d’Adda. Parla l’assessore Cesare Banholzer Facchetti dopo i cambiamenti
«Ora parcheggiare è facile»
«Finora il riscontro è buono. Non ho avuto lamentele e la cosa importante è che tutti abbiano la possibilità di parcheggiare in piazza e nelle immediate vicinanze». A dieci giorni dall’entrata in vigore, Cesare Banholzer Facchetti (Udc), assessore alla viabilità, si dice soddisfatto del nuovo assetto dei parcheggi, divenuti a pagamento, in piazza Vittorio Emanuele II e nelle limitrofe vie Cereda (dall’incrocio con via Roma a quello con la piazza stessa) e Battisti (dall’incrocio con via Adda fino alla piazza in questione). La tariffa a pagamento mediante parchimetri parte da un minimo di 20 centesimi senza che vi siano però limiti di tempo. Va dalle 8 a mezzogiorno e dalle 14 alle 19 di tutti i giorni con esclusione dei festivi. Non pagano i veicoli usati dal sindaco durante lo svolgimento di attività istituzionali, i veicoli delle forze di polizia, di soccorso, della protezione civile, e delle amministrazioni pubbliche e quelli di persone con ridotta capacità di deambulazione. In questi primi giorni l’amministrazione comunale e, soprattutto, la polizia locale hanno provveduto a monitorare la situazione. Al nuovo assetto della viabilità nel cuore di Rivolta del resto era stato dato un certo risalto e alla vigilia dell’ordinanza sindacale per l’attivazione della sosta a pagamento non sono mancati i relativi avvisi all’utenza. L’intervento sui parcheggi non conclude però l’opera di riassetto della viabilità in piazza Vittorio Emanuele II intrapresa dalla maggioranza di centrodestra. «Dobbiamo aggiungere ancora alcuni parcheggi, fra cui uno per disabili — ha precisato Banholzer Facchetti — togliere il gradino formato al momento del rifacimento della pavimentazione e posare le colonnine che separeranno la parte carrale da quella pedonale».
Chi di pietra colpisce, di pietra perisce.
Dopo la campagna
anti pietre cinesi che, a sei mesi dalle elezioni comunali di Rivolta d'Adda,
aveva infuocato il paese con la polemica relativa la provenienza delle
pietre usate per la pavimentazione di piazza Vittorio Emanuele II condotta
dall'attuale (ai tempi consigliere comunale di minoranza) assessore alla
sicurezza Romano Ogliari (Lega Nord), si torna a parlare di materiali usati in
piazza.
Fabio Calvi, il
capogruppo di minoranza in consiglio comunale, ha infatti comunicato che lui ed
il suo gruppo si sono rivolti alla Sovrintendenza alle Belle Arti di Brescia
segnalando alcuni loro dubbi riguardo i lavori di sistemazione della stessa
svolti nei giorni scorsi e in parte ancora in atto.
Di recente,
infatti, sono state posizionate le colonnine con catene a delineare la zona
pedonale attorno la basilica, ed è stato arretrato - al fine di concedere più
spazio all'area carrabile - il gradino del pavimento. Restano da posizionare le
colonnine sul lato esterno della piazza, tra i parcheggi ed i negozi. "Dato che
tanto
Ogliari si era angosciato a causa della provenienza dei materiali da noi usati
per la piazza, scoprendo che erano di origine cinese e non lombarda, e
responsabili quindi di uno scempio in piazza, facciamo nostri i suoi timori, e
ci chiediamo da dove arrivino le pietre usate per i rappezzi, sperando siano
originali e non cinesi", scherza, ma solo un po’, Calvi. Non solo, il gruppo
consigliare ha chiesto alla Sovrintendenza se i nuovi lavori svolti, che, a
detta loro, non erano previsti, siano stati opportunamente comunicati, “perché
la Sovraintendenza ne deve essere al corrente al fine di tutelare il monumento".
"Che stupidaggini!" - ha tuonato il sindaco Lamberto Grillotti - "Ovviamente non
abbiamo comunicato alla Sovrintendenza alcunché, dato che quanto da noi
realizzato, con il posizionamento delle colonnine, era già previsto dal progetto
originale, che aveva ricevuto l'imprimatur della Sovraintendenza stessa. In ogni
caso, la Sovrintendenza vincola la Basilica di San Sigismondo, e non la piazza.
Di questa stregua, avremmo dovuto chiedere il permesso e il parere alla
Sovrintendenza ogni volta che si asfaltava la piazza o che si interveniva sulla
rete fognaria, cosa che, ovviamente, è fuori discussione”. Pare, inoltre, che da
Brescia abbiano fatto sapere che le questioni legate all’arredo urbano non sono
di competenza della Sovrintendenza. Proprio come arredo urbano sono intese le
colonnine. Secondo Grillotti, le funzioni e le responsabilità vanno ben
distinte: “Io, come sindaco, ho responsabilità in materia di sicurezza. Più di
trenta persone sono inciampate e si sono fatte male sul gradino che corre
attorno alla piazza e sul quale siamo intervenuti perché fosse meglio visibile,
meno pericoloso e più protetto”. Ricevuta la lettera del gruppo di minoranza, la
Sovrintendenza, che sta seguendo, con Luca Rinaldi e Diego Morato, la pratica
Rivolta d’Adda, ha contattato l’amministrazione comunale, chiedendo lumi
riguardo quanto si stava facendo in piazza. A quanto pare, Grillotti avrebbe
scritto alle Belle Arti spiegando che proprio alle diverse competenze ci si deve
attenere. “Come ho fatto sapere alla Sovrintendenza, non credo proprio che
spetti ai suoi uffici preoccuparsi della sicurezza dei rivoltani, e che
interdire da parte loro un intervento che dà più sicurezza ai miei concittadini
è fuori discussione". Per quanto riguarda la pietra usata nei rappezzi,
Grillotti garantisce che "è ancora la pietra cinese usata per la pavimentazione
della piazza. Non solo perché è ovvio che, se devo rattoppare una giacca di
cotone, non uso la seta, ma anche perché le pietre acquistate dall'impresa che
aveva vinto l'appalto erano in un quantitativo talmente sovradimensionato che ce
n'è rimasta per secoli, di pietra, per cui usiamo quella". Nel mentre, il
consigliere di minoranza Angelo Cirtoli (Pd) sta cercando di avere informazioni
dalla Sovrintendenza. “Ho saputo che Morato sarà a Rivolta nel giro di una
settimana”. (“Per forza, gliel’abbiamo chiesto noi”, commenta Grillotti). “Ho
chiesto alla Sovrintendenza copia del carteggio tra loro e l’amministrazione, ma
per ora non ho ancora avuto nulla. Ho quindi chiesto copia dei documenti in
comune, ma sono pressoché certo che non mi daranno nulla. Grillotti spiega che
“stiamo vedendo come procede la vicenda. Non abbiamo nulla in contrario nel dare
a Cirtoli quanto chiede, per quanto è preferibile trasmettere il tutto ad iter
concluso, per una questione di ordine e di chiarezza. Mi chiedo, però, come mai
la Sovrintendenza, che si è messa in moto proprio a causa del comunicato di
Cirtoli, non trasmetta in copia al gruppo di minoranza le comunicazione che
emette nei confronti dell’amministrazione. Dato che non lo fa, forse non dovrei
farlo neppure io”.
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